Harvard tagliata

C’era una volta Harvard, università americana di riferimento internazionale, fondata nel 1639 dal pastore protestante John Harvard. Nel primo anno, con 30 studenti, rischiò la chiusura. Il rettore designato sperperò i fondi e rubò le rette degli allievi (continuò poi altrove la condotta truffaldina).
In questi quasi 400 anni andò in rotta a gonfie vele, con prestigiosi risultati culturali e innumerevoli premi Nobel.
Un giorno arriva uno con la clava e mena fendenti. Sopprime i fondi e srotola filo spinato intorno. Blocca iscrizioni per studenti e studentesse non USA, con rischio cacciata/deportazione, anche se in corso.
“Ispezioni in tasca”: vaglio dei loro profili social, del loro orientamento politico-religioso; se mangiano o no kebab, hot dog. Bevono CocaCola? Sgranocchiano popcorn?
Congelati, nelle ambasciate e nei consolati, i contatti per chiedere il visto, volendo studiare in USA.

Federico X, re di Danimarca, non vi potrebbe oggi approdare, così Eduardo Severin, cofondatore di Fb. L’attrice Natalie Portman, star internazionale, israeliana, attivista per i diritti umani, non sarebbe né entrata né uscita…

Harvard, our way
Harvard de’ noantri si direbbe a Roma o peggio Harvard cosa nostra a sud.   

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