
Manganelli, taser (si muore), DDL con fiducia imposta, una stretta alla volta.
Con le buone e con le cattive è l’operazione di trasporto (sta’ sereno) verso uno stato di democrazia apparente.
Scomodando Foucault, Derrida, Deleuze che ci avevano avvertito: ” Lo stato come macchina di controllo”.
Il nuovo Decreto Sicurezza (nessuna urgenza, ma approvato rapidamente) prevede 14 nuovi reati, con nove aggravamenti di pena. Un campionario di reati in più, con maggiori sfumature e un bilancino, porta più detenuti in carcere.
Le carceri esplodono per sovraffollamento, anche per i piccoli reati. Preoccupano le presenze minorili, i suicidi, le condizioni di vita drammatiche. È cronica l’inadeguatezza di strutture e di personale. È poi una scuola superiore di perfezionamento del crimine in vivo.
Secondo i nostri principi costituzionali (art. 27) la pena ha compito rieducativo. E dev’essere erogata in misura proporzionata alla gravità del reato. Ma le risorse umane di recupero del detenuto sono assolutamente insufficienti.
L’attuale governo rinchiude e butta la chiave, piuttosto che percorrere le strade più difficili e impegnative della prevenzione, degli investimenti educativi. L’educazione civica scolastica, compresa quella che riguarda i sentimenti, per esempio. L’educazione ai sentimenti ha un aspetto anche tecnico e sociologico, che la famiglia da sola non può espletare. Non è un fatto solo privato e intimistico. Il privato è politico si disse un tempo.
Tra due giorni ci potrà essere una donna uccisa, ma non ne conosciamo il nome e dove avverrà.
Piazza della Loggia, Piazza Fontana, Banca dell’Agricoltura, la Stazione di Bologna… si possono ripetere. Il nuovo decreto sicurezza permette ai servizi segreti di dirigere associazioni terroristiche nell’interesse dello Stato, oltre a garantire ampie impunità ai suoi membri e ad agenti.
Tornano i tempi belli.
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