Panetteria eversiva

Scoperto un covo sospetto ad Ascoli Piceno. Un forno confeziona un ottimo pane, ma, dentro e sopra ai filoncini, rosette e ciabatte, le polizie scoprono qualcosa di strano. Intanto il profumo: non è possibile che sia così fragrante e “buono”. Poi il colore ha qualcosa che non va: non è allineato a tutti i campionamenti, né RGB né Pantone. All’interno la pasta ha troppi micro-buchi, ottimo reticolo per inviare nano-messaggi. Rifugi per mafie, terroristi … Inoltre le vendite sono eccessive: questa panetteria vende troppo, c’è sempre la fila.
E molto di più. All’esterno uno striscione, che sembra venga esposto ogni anno alla festa della Liberazione, celebra: 25 Aprile, buono come il pane, bello come l’antifascismo. Non è tollerabile. Per di più un’altra scritta, bianco su fondo nero, recita sull’ingresso: L’ASSALTO AI FORNI. Insopportabile. Due squadre di polizia di stato e municipale, una a poca distanza dall’altra, arrivano alla panetteria e chiedono documenti per l’identificazione.
Apriti social! Promessa interrogazione parlamentare.

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25 Aprile sotto campana di vetro

Grande festa civile.
A una certa parte vestita perennemente a lutto porta gastrite. Ma si può guarire: basta una tisana di Storia limpida – non distillata pro domo sua.
Georgica, improvvisata “devota” ereditiera del papa Francesco, estende a cinque giorni il lutto nazionale per la sua morte. Furbastro espediente per piazzare un discreto silenziatore a questo 25 Aprile, ancora festa della Liberazione. Visto il contesto è concessa la celebrazione, ma con l’ammonimento di usare “sobrietà”. Evitare schiamazzi di avvinazzati che sbandano sul marciapiede. Palla al balzo per diversi comuni che hanno già emesso zelanti ordinanze di divieto per musiche e cori.
Non vale lo stesso per gli strilli a 120 decibel “dio-patria-famiglia” e per i rosari gridati, esibiti da esperti ruffiani comizianti.

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