Gaza trappola


Quotidiano listino dei morti a Gaza dove non c’è più una casa in piedi. Sembra un tiro al piattello, uno sport regolare. I punti di raccolta, per quel poco cibo che viene distribuito, vengono definiti trappole. Spari sulla folla, prima smentite, poi giusticazioni: tumulti, tipi sospetti, o errore. Solita inchiesta interna a salve. L’inchiesta invece ben documentata è della CNN. Il bilancio delle vittime sarebbe di 70 mila (60-70% donne e bambini), ma arriverebbe a 180 mila secondo uno studio pubblicato da Lancet, considerando le persone non curate, disperse, morte per fame.

Ehud Olmert, già membro del Likud – lo stesso partito del premier e premier egli stesso dal 2007 al 2009 – ha scritto su Haaretz (27/5) che le “vittime inutili tra la popolazione palestinese” hanno ormai raggiunto “proporzioni mostruose”.

“Questa è ormai una guerra politica privata. Il suo risultato immediato è la trasformazione di Gaza in una zona di disastro umanitario.” (Sempre Olmert).

David Grossman, il più famoso scrittore israeliano in esilio volontario, ha dichiarato (22/5) in una intervista: “Davanti a tanta sofferenza il fatto che questa crisi sia stata iniziata da Hamas il 7 ottobre è irrilevante” .

E ancora, recentemente (25/5) Moshe Feiglin, politico, attivista, teorico (lo Stato dev’essere ebraico e non democratico) ha dichiarato all’emittente Channel 14: “Il nemico non è Hamas, né il suo braccio armato. Ogni bambino a Gaza è un nemico. Dobbiamo occupare Gaza e colonizzarla, e non deve restare neanche un bambino gazawi. Non c’è altra vittoria possibile”.
Una dichiarazione che riassume e conferma le feroci determinazioni in atto che stanno sul filo del genocidio, senza sottilizzazioni tecniche.
Qualche giorno fa, un oceano umano, 300 mila persone a Roma (e altrove) hanno portato commozione e un gigantesco messaggio di pace e di blocco ai massacri.
In alto silenzio d’alta montagna.