Megalomani e scudieri

Ritratto satirico ideale di Donald Trump sul monte Rushmore. Parodia della mania di grandezza sostenuta da sostenitori servili.

Una deputata repubblicana della Florida, Anna Paulina Luna, presenta un disegno di legge al Congresso americano per aggiungere il volto di Troglo, alias Trump-Trumpone, al mega gruppo scultoreo del monte Rushmore.
Anna Paulina non ha avuto un’infanzia serena, ma controbilancia godendo a suo modo, con foto da cover girl in bikini, diverse con armi da guerra, pistole e mimetiche, copertina per Maxim (voce chilometrica su Wikipedia, ma che può anche essere autocostruita). È stata eletta con l’appoggio del ciuffo di mais e lei devotamente ha lavorato per la cancellazione delle imputazioni a carico del suo sostenitore e contro tutte le personalità istituzionali che lo ostacolano.
Il desiderio segreto di Troglo-Trumpone di salire con la testa sul monte Rushmore non è recente, ma risale al mandato precedente. Desiderio captato e preso al volo da diversi serventi che facendolo roteare sperano di poterlo fiondare a buon fine.

Le tribù dei nativi americani Lakota-Sioux hanno da sempre avversato il monumento che raffigura i volti dei presidenti-padri degli USA: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt, Abraham Lincoln (scultore capo Gutzon Borglum, raccolta fondi Ku Klux Klan). Ma le tibù soprattutto hanno rivendicato il territorio su cui insistono le montagne scolpite, Black Hills, per loro sacre. Il territorio all’epoca fu acquisito dallo Stato federale violando un trattato stipulato con i nativi Sioux. Il presidente Nick Tilsen di un’associazione nativa di rivendicazione ha dichiarato: “È un’ingiustizia rubare attivamente la terra dei popoli indigeni e poi scolpire i volti bianchi dei conquistatori che hanno commesso un genocidio”.
Il monumento era nato storicamente (1917) nel segno della supremazia bianca e della conquista dell’Ovest.

E il Nobel per la pace a Troglo-Trumpone? È proposto da Netaniolo per riconoscenza, dato il continuo appoggio incondizionato; soprattutto per  le bombe sull’Iran. Dietro il paravento verbale ostentato: tregua-pace-pace-tregua in 48 ore, su ogni fronte di guerra ci sono armi americane. Un ricco bottino che, rovesciando ogni logica, vale un Nobel per la pace. Se la Svezia rigetta deve aspettarsi dazi decuplicati. 

Troglo-Trumpone ha ricevuto più doni e omaggi di quanti non ne abbiano ricevuti gli ultimi tre precedenti suoi pari messi insieme. Un Boeing 747 da 400 milioni (e che, dovevo rifiutarlo…!) dai reali del Qatar ha sollevato polemiche istituzionali, una Tesla da Muskio, un cercapersone d’oro da Netaniolo (simboleggia quelli esplosivi, usati contro gli Hezbollah in Libano, 39 uccisi e 3000 feriti), un pugnale d’oro, 24mila dollari, dall’ Arabia Saudita
Centinaia i regali che Troglo non ha mai dichiarato, mentre il Foreign Gifts and Decorations Act impone che regali superiori a 480 dollari vadano dichiarati al Dipartimento di Stato.

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Ruota programmatica

La guerra dei 12 giorni

Troglo dice dei due nemici Israele-Iran: Non sanno cosa c… stanno facendo! È la frase più riportata dai media da qualche giorno. Rivolta al singolare nei suoi confronti cadrebbe a fagiolo.

Se le sono date e suonate. 14 bombe da 30mila libre (6 metri, 13 tonnellate di cui metà esplosivo) sui siti nucleari: un’operazione perfetta, dice Troglo, azzoppato per molti anni il programma iraniano.

Non sembra proprio così, fonti CNN riferiscono di danni non proprio gravi. Regime intatto, popolo ricompattato. Probabilmente Troglo ha voluto accontentare i suoi falchi senza poter andare in fondo, da una parte, dall’altra ci sono le sue promesse elettorali, basta guerre, stop in 24 ore.
Troglo ordina la tregua con duplice tirata di orecchie, in particolare a Bibi. Il quale, per far vedere che l’ultimo colpo è suo, attacca una vecchia stazione radar iraniana. Sicuramente è rimasto scontento dell’intervento USA e della tregua imposta: per lui era la volta buona per una soluzione radicale.

Sorprende che non siano stati messi in conto i complessi interessi politico-economici di Cina e Russia e i rispettivi scacchieri d’influenza. Europa innocua. Quanto all’Italia latineggia: si vis pacem para bellum. Georgica dixit.

Iran da parte sua colpisce base americana in Qatar con finta-concordata ritorsione (sembra: missili tutti intercettati, lievi danni, personale già evacuato). Troglo infatti ringrazia per essere stato avvisato prima. L’onore di bandiera è salvo, faccia salva per tutti.
Le comiche finali. Da ridere se non ci fossero le vite perse.

Precisione chirurgica nel decapitare gli alti comandi iraniani. Mossad chiama anche un generale: Ha 12 ore per salvare la pelle! Tanta precisione e disponibilità di dati non la dimostra però nel ricercare gli ostaggi del 7 ottobre. C’è chi insinua che più si allunga, più la pulizia a Gaza viene meglio, più Bibi allontana i suoi guai giudiziari.

Le strategie di Troglo si svolgono a braccio, a giornata. Non usa la AI, e poco i consiglieri, ma usa la ruota d’azzardo della fortuna.
L’AI, capito il contesto, gli direbbe: non hai logica, sei ondivago, non capisci di politica e storia. Geopolitica non sai cos’è. Quelle cose, al tuo grado, non si dicono: invado, prendo, afferro, arresto, non hai le carte, sei stupido… E scendendo di livello: fai sempre una figura di m… (… almeno per ora AI è progettata per essere saggia).

I dittatori di fatto sulla piazza, loro malgrado, hanno elargito lezioni di politica. Più che altro messaggi in codice, ammonendo fermamente contro la violazionee del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Salvo poi di notte assicurare la razione giornaliera di morti.

Più di 500 i morti a Gaza da fine maggio ad oggi.

Realtà-romanzo


“Fortunata età e secolo fortunato in cui verranno in luce le mie famose imprese, degne d’incidersi in bronzi, di scolpirsi in marmi, dipingersi in quadri, a ricordo nell’avvenire…”.
(don Chisciotte, cap. II)

— Stia attento vossignoria a ciò che dice, e anche più a ciò che fa — disse Sancio; — perché non vorrei che fossero altre gualchiere le quali finissero di gualchierarci e gramolarci l’ossa.
(don Chisciotte, cap. XXI)

Così ha ammonito Sancio nella realtà-romanzo. Ma gli mancò il coraggio nella realtà-realtà e disse remissivo: Dove andiamo?

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Retrospettiva 2


Bibi da guerrafondaio e criminale (è vero, c’è stato il 7 Ottobre, ma questo la Corte Penale Internazionale – non di Collina Rotonda –  nel disporre il suo arresto lo ha saputo) ha deciso: la miglior difesa è l’attacco! Ora o mai più! Ed ecco un altro abisso spalancato con la guerra aperta contro gli ayatollah e contro l’Iran.

Si apre il gioco delle ritorsioni dirette e di sponda. Chi è sul punto dell’ultimo saluto (noi compresi) a un tiro di missiletto da carabina o dell’apocalisse atomica finale? Totale irresponsabilità e rovesciamento del senso umano: “Teheran pagherà per le donne e i bambini uccisi!” I suoi bambini e le sue donne valgono di più. Le decine di migliaia da lui e dal suo clan, fatte fuori a Gaza, non esistono. E la distruzione fisica del territorio di Gaza, vista dal drone oggi, ricorda drammaticamente quella di Hiroshima.

Daniella Weiss dice infatti che i palestinesi non esistono, sono un’invenzione moderna come la Palestina. Weiss è una instancabile attivista-formatrice di coloni che partendo da una tenda o roulotte ha potuto creare centinaia di insediamenti. Con la tecnica gutta cavat lapidem, ha fiducia che gli “intrusi” palestinesi saranno cacciati. È proposta al Nobel per la pace dal suo entourage, con la motivazione che negli insediamenti da lei creati si viva in pace.
Certo: tra noi, senza loro (i palestinesi) si vive meglio!
Lo scrittore premio Pulitzer, Nathan Thrall, bloccato a Gerusalemme (aeroporto attualmente chiuso), in un’intervista di pochi giorni fa, afferma che le proteste contro l’attuale governo di colonizzazione sono insufficienti. Servono soprattutto sanzioni. Ma le morbidezze o la ritrosia della maggioranza degli Stati non spostano di un millimetro la risolutezza nel proseguire lo sterminio in corso. Gaza è spianata e si pratica ogni giorno il tiro al piccione su chi fa richiesta di cibo. E non passa giorno che in Cisgiordania i coloni, pietra dopo pietra, non rubino territorio scacciando abitanti dai villaggi e incendiando.
I soldati assistono, conniventi. La rapina di territorio palestinese procede a macchie di leopardo anche ufficialmente con insediamenti autorizzati.

Giustiziati 230 giornalisti palestinesi, nell’esercizio delle loro funzioni con giubbotto Press. Non devono trapelare all’esterno verità accertate.
Molti i casi di aggressione da parte di cani addestrati appositamente per le varie operazioni di sgombero, documentati da Euro-Med Human Rights Monitor. Un titolo: “Bambini mutilati e disabili uccisi, Israele usa cani come armi a Gaza. E li prende in Europa“. Una madre mostra la foto del figlio disabile rimasto in casa azzannato e ucciso, durante lo sgombero forzato.
 
Sulle colline intorno a Gaza ci sono postazioni con ombrelloni e binocoli a gettoni per godersi lampi, boati e fumate. Vengono organizzati anche tour per fare il giro delle macerie. Certo c’è anche una parte di cittadini israeliani con la coscienza civile sana che protesta, ma se ne parla poco.

Bibi ufficialmente nega di possedere armi atomiche, però rifiuta gli inviti a un controllo degli ispettori internazionali AIEA. Ma tutti sanno del grande armamentario posseduto in segreto (da 90 a 200 secondo le stime, con relativo arsenale).
Lo scienziato nucleare Mordechai Vanunu, per motivazioni etiche, lo rivelò al mondo nel 1986. Fu rapito dal Mossad a Roma dove fu attirato (cosa più facile che a Londra, fidando nel porto delle nebbie giudiziarie, lo stile di casa di allora). Vanunu segnalò il rapimento in atto scrivendo su una mano, che appoggiò su un finestrino dell’auto che lo stava trasportando. Così la stampa seppe. Fu processato a porte chiuse in Israele e condannato a diciotto anni di carcere. Tuttora, pur libero, vive molte limitazioni, tra cui non poter viaggiare.
Israele aveva iniziato i programmi nucleari per “usi civili”, esattamente come ha asserito e asserisce oggi l’Iran. Vanunu si accorse ben presto che il piano segreto era lnvece quello dell’armamento militare.
Non può un pistolero e la sua banda stabilire chi può avere mucche e chi no, nei campi vicini.
Pur detestando e temendo le mucche nucleari.

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