Retrospettiva 2


Bibi da guerrafondaio e criminale (è vero, c’è stato il 7 Ottobre, ma questo la Corte Penale Internazionale – non di Collina Rotonda –  nel disporre il suo arresto lo ha saputo) ha deciso: la miglior difesa è l’attacco! Ora o mai più! Ed ecco un altro abisso spalancato con la guerra aperta contro gli ayatollah e contro l’Iran.

Si apre il gioco delle ritorsioni dirette e di sponda. Chi è sul punto dell’ultimo saluto (noi compresi) a un tiro di missiletto da carabina o dell’apocalisse atomica finale? Totale irresponsabilità e rovesciamento del senso umano: “Teheran pagherà per le donne e i bambini uccisi!” I suoi bambini e le sue donne valgono di più. Le decine di migliaia da lui e dal suo clan, fatte fuori a Gaza, non esistono. E la distruzione fisica del territorio di Gaza, vista dal drone oggi, ricorda drammaticamente quella di Hiroshima.

Daniella Weiss dice infatti che i palestinesi non esistono, sono un’invenzione moderna come la Palestina. Weiss è una instancabile attivista-formatrice di coloni che partendo da una tenda o roulotte ha potuto creare centinaia di insediamenti. Con la tecnica gutta cavat lapidem, ha fiducia che gli “intrusi” palestinesi saranno cacciati. È proposta al Nobel per la pace dal suo entourage, con la motivazione che negli insediamenti da lei creati si viva in pace.
Certo: tra noi, senza loro (i palestinesi) si vive meglio!
Lo scrittore premio Pulitzer, Nathan Thrall, bloccato a Gerusalemme (aeroporto attualmente chiuso), in un’intervista di pochi giorni fa, afferma che le proteste contro l’attuale governo di colonizzazione sono insufficienti. Servono soprattutto sanzioni. Ma le morbidezze o la ritrosia della maggioranza degli Stati non spostano di un millimetro la risolutezza nel proseguire lo sterminio in corso. Gaza è spianata e si pratica ogni giorno il tiro al piccione su chi fa richiesta di cibo. E non passa giorno che in Cisgiordania i coloni, pietra dopo pietra, non rubino territorio scacciando abitanti dai villaggi e incendiando.
I soldati assistono, conniventi. La rapina di territorio palestinese procede a macchie di leopardo anche ufficialmente con insediamenti autorizzati.

Giustiziati 230 giornalisti palestinesi, nell’esercizio delle loro funzioni con giubbotto Press. Non devono trapelare all’esterno verità accertate.
Molti i casi di aggressione da parte di cani addestrati appositamente per le varie operazioni di sgombero, documentati da Euro-Med Human Rights Monitor. Un titolo: “Bambini mutilati e disabili uccisi, Israele usa cani come armi a Gaza. E li prende in Europa“. Una madre mostra la foto del figlio disabile rimasto in casa azzannato e ucciso, durante lo sgombero forzato.
 
Sulle colline intorno a Gaza ci sono postazioni con ombrelloni e binocoli a gettoni per godersi lampi, boati e fumate. Vengono organizzati anche tour per fare il giro delle macerie. Certo c’è anche una parte di cittadini israeliani con la coscienza civile sana che protesta, ma se ne parla poco.

Bibi ufficialmente nega di possedere armi atomiche, però rifiuta gli inviti a un controllo degli ispettori internazionali AIEA. Ma tutti sanno del grande armamentario posseduto in segreto (da 90 a 200 secondo le stime, con relativo arsenale).
Lo scienziato nucleare Mordechai Vanunu, per motivazioni etiche, lo rivelò al mondo nel 1986. Fu rapito dal Mossad a Roma dove fu attirato (cosa più facile che a Londra, fidando nel porto delle nebbie giudiziarie, lo stile di casa di allora). Vanunu segnalò il rapimento in atto scrivendo su una mano, che appoggiò su un finestrino dell’auto che lo stava trasportando. Così la stampa seppe. Fu processato a porte chiuse in Israele e condannato a diciotto anni di carcere. Tuttora, pur libero, vive molte limitazioni, tra cui non poter viaggiare.
Israele aveva iniziato i programmi nucleari per “usi civili”, esattamente come ha asserito e asserisce oggi l’Iran. Vanunu si accorse ben presto che il piano segreto era lnvece quello dell’armamento militare.
Non può un pistolero e la sua banda stabilire chi può avere mucche e chi no, nei campi vicini.
Pur detestando e temendo le mucche nucleari.

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